UNO PSICOLOGO AL MURO
Racconto a puntate
di Andrea Bramucci
Così.
Come tutti i pomeriggi feriali da ormai più di venticinque anni, Wand va nel suo studio qualche minuto prima delle tre del pomeriggio per ricevere i suoi pazienti/clienti.
Veramente non proprio alcuni minuti prima, ma almeno mezz’ora prima…
Veramente non proprio tutti i pomeriggi dei giorni feriali…
E veramente non sempre alle tre del pomeriggio…
Ormai da alcuni anni, dopo la famosa crisi del 2008 finita (dicono) nel 2013, in realtà sempre presente, Wand si è adeguato alle nuove richieste mordi e fuggi dei nuovi pazienti/clienti.
Si, perchè adesso occorre essere veloci, competenti, finalizzati, adeguati e se possibile anche economici per una pletora di persone che tra finti e reali problemi (secondo lui erano più quelli finti!) può scegliere nuovi colleghi, sicuramente più aggiornati, sicuramente più agguerriti e come si dice …con tanta fame! Quindi meno pazienti/clienti (vi chiederete perchè questa doppia definizione, ma Wand le utilizza entrambe a seconda delle situazioni più o meno professionali, più o meno casualmente) quindi anche meno soldi, quindi anche più pensieri: sbaglio? e dove? e perchè non arrivano nuovi pazienti/clienti? bah! E intanto lui, ormai da più di dieci anni (la famosa crisi del 2008…) non aumenta più le tariffe, anzi le ha abbassate: “ma ti sembra giusto?”
Wand passa molto tempo a ruminare su tali pensieri senza venire a capo di nulla.
Già da tempo, in realtà, ha iniziato a fare tante altre cose: supervisioni per equipe educative (lavoro che praticamente si è inventato lui tanti anni fa senza avere nessuna idea di dove si stesse imbarcando!) oppure formazione per operatori di comunità educative per minori (dimenticavo! vogliono essere chiamati “educatori” e non “operatori” altrimenti ricomincia il solito ritornello: “…e operatori sono anche quelli ecologici…” e per Wand non sarebbe un grosso problema, forse di ecologia ci sarebbe più bisogno, ma per gli “educatori” è un sentirsi sminuiti e…bla, bla, bla…)
Poi tante altre cose…lezioni, valutazioni, selezioni, coordinamenti…troppe cose…
Per un periodo Wand ha riposto fiducia e idee in una associazione con altri colleghi: tanti progetti, tante riunioni, tanti pranzi e pranzetti condivisi (che palle!) per giungere…a nulla! Si qualche convegnuccio in periferia, qualche partecipazione ad eventi vari, qualche altro che ora non si ricorda più, ma stringendo, e facendo il conto della serva, era più quello che aveva speso di quello che aveva ricevuto con in più la sensazione dolorosa ed amara di aver perso tempo (più che denaro!) per cercare di affermare un qualcosa di sè a cui un tempo teneva: forse la conoscenza (i greci parlavano di Sapienza!) o anche il narcisismo (o forse il riconoscimento?), ma adesso tutto ciò sembra non essere più così importante.
Qualche volta, forse per riempire i vuoti di certe mattinate stanche o di certi pomeriggi con qualche “buco” (non c’è cosa che fa incazzare di più Wand delle improvvise “assenze” o “rinunce” dei pazienti/clienti…d’altronde un buon motivo per non andare in psicoterapia si trova sempre!) ci si sente per telefono con qualche collega/socio per poi concludere con un “dai ci vediamo, quando passi di qua, chiamami per un caffè” eccetera, eccetera, sapendo che non avverrà! o forse sì , ma non nel modo in cui a lui piacerebbe!